OPI

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Opi

67030 Opi AQ, Italia

COSA VEDERE E FARE AD OPI

Opi è un grazioso comune in provincia dell’Aquila. Borgo medievale immerso nel cuore del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ubicato in un anfiteatro naturale di imponenti montagne ricche di boschi. Le sue origini sono molto antiche e risalgono al Paleolitico superiore, come attestato dai ritrovamenti archeologici effettuati nella “grotta Graziani“. Tra le ipotesi etimologiche, la più curiosa accosta il nome di OpiOpe, antica divinità sabina che i romani assimilavano alla dea dell’abbondanza. Poco probabile l’ipotesi che lega il nome del paese a quello di “Opice“, sacerdotessa del tempio romano di Vesta.  La versione ufficiale, però, fa derivare il nome del paese dal termine latino oppidum “castello fortificato“.

Opi conserva il fascino della posizione e la fisionomia tipica delle comunità pastorali d’altura. Nella parte più antica dell’abitato vi è una stretta gola scavata dal fiume Sangro, dove sorge il Museo del Camoscio con accanto l’area faunistica. Oltre al palazzo seicentesco attuale sede del municipio, a Opi sono da considerare due edifici religiosi. Il primo è la chiesa di Santa Maria Assunta, situata a metà strada tra il nuovo centro e il nucleo storico, danneggiata più volte dai terremoti e ricostruita nella forma attuale nel XVII secolo, con campanile restaurato nel 1556 ma che tradisce la struttura romanica originaria della chiesa, sorta nel XII secolo. Il secondo edificio è la cappella di San Giovanni Battista, collocata nei pressi della piazza principale, edificata in epoca barocca (inizio XVII secolo) da Vincenzo Rossi, nobile del luogo. Recenti restauri hanno portato alla luce decorazioni lignee, stucchi e marmi policromi. Nelle vicinanze del centro, in contrada Casali, si scorgono le tracce di un luogo sacro, da alcuni attribuito al culto della dea Ope.

I prodotti tipici locali di Opi sono legati ai sapori forti della cucina tradizionale abruzzese: sulla tavola non mancano vini, insaccati, dolci, olii e altre prelibatezze che raccontano il forte connubio che ha sempre unito la comunità locale con la terra. Tra le specialità tipiche del luogo si segnalano: la m’paniccia (fette di pane raffermo ammorbidito nel siero ancora caldo), la pecora al cotturo, la m’cisca (carne di pecora essiccata), la ricotta e il pecorino. Non sono da meno, i cicatelli con le foglie e le frittelle di cavolfiore. Tra i dolci, assolutamente da provare sono i tanozzi con il fragolino, un liquore fatto con le fragoline di bosco.