MONTEDORISIO
COSA VEDERE E FARE A MONTEDORISIO
Montedorisio è un piccolo comune in provincia di Chieti. Appartiene alla Comunità montana Medio Vastese. Caposaldo storico del territorio costiero del Vastese, Monteodorisio ha ereditato nel medioevo la funzione di controllo svolta nell’antichità da Histonium, l’odierna Vasto, che invece non sopravvisse alla crisi dell’impero romano. La località si presenta agli occhi del visitatore con un grazioso centro storico, offrendo diverse attrazioni culturali e artistiche. Chiunque arrivi a è accolto dal Santuario della Madonna delle Grazie, edificato in seguito ad una serie di eventi miracolosi iniziati nel 1886, quando, durante i lavori di restauro della vecchia chiesa, zampillò una sorgente d’acqua che guariva i malati. Si susseguono da allora i pellegrinaggi e l’acqua della Madonna viene raccolta in un pozzo. Il centro storico con le sue mura, le torri di avvistamento e le porte di accesso al borgo rievoca ad ogni angolo la sua storia medievale. Interessante è anche la chiesa di San Giovanni Battista, che conserva dell’originario impianto trecentesco i muri di fondazione e la possente torre campanaria che, come in altri centri del Vastese, faceva parte del sistema difensivo del borgo fortificato. La parte più alta della rocca è occupata dal maestoso e panoramico Castello, che oggi ospita il Museo per l’Economia tra l’Antichità ed il Rinascimento ed il Centro di Documentazione dell’Ordine Francescano in Abruzzo e Molise.
Non possono mancare all’appello Palazzo Suriani e Palazzo Fanghella. Il palazzo Suriani si eleva di tre piani fuori terra conclusi dal sottotetto con copertura a falde inclinate. Il disegno, redatto nel 1840 dall’architetto Michelangelo Romano, è l’espressione tipica della casa signorile realizzata su impianto rettangolare con rigida distribuzione degli ambienti intorno ad un asse di simmetria che, perpendicolare alla facciata principale, attraversa l’androne, il cortile e la scala. Il fulcro dell’organismo è costituito dal cortile, nella funzione appunto di elemento centrale del palazzo che esprime le regole architettoniche diffuse nell’età industriale, basate su parametri di convenienza e di solidità. Finemente decorato, sulle pareti e sulle volte a padiglione, da affreschi eseguiti dal pittore campano Nicola Biondi. Per quanto concerne invece Palazzo Fanghella, fu costruito nel 1880; presenta la fronte principale a fondale di uno slargo dove si raccordano tre strade: via Roma, via dei Rinforzi e la salita di Palazzo. Gli altri prospetti sono orientati verso il vallone dove scorre il fiume Sinello. L’edificio, che si sviluppa su due piani oltre quello semi interrato, denota caratteristiche strutturali, distributive e formali aderenti ad un impianto di tipo rigorosamente geometrico rispetto ad un asse di simmetria che attraversa l’androne, il cortile ed il vano scala. La parete delle scale sul cortile è traforata da tre archi a pieno centro su pilastri che anticipano quelli strutturali della scala a tre rampe. La fabbrica si sviluppa quindi intorno al cortile con vani disposti intorno ad esso determinando all’esterno una sequenza ritmica di aperture scandite dalle paraste bugnate ricavate dall’uso sapiente del mattone a faccia vista, di cui è costituita peraltro la struttura dell’edificio. Gli ambienti sono tutti coperti da volte del tipo a padiglione, a vela o a botte. Con il colore caldo reso dal mattone, lasciato a faccia vista, il palazzo acquista un carattere di calibrata sobrietà peraltro aderente alle espressioni compositive dell’epoca.
Montedorisio ha una ricca tradizione enogastronimica, tra i piatti tipici vi sono la Ventricina, insaccato preparato con carne di suino, peperoncino, sale e semi di finocchio. Per quanto riguarda i primi invece abbiamo: le Sagne a pezzate pasta fatta in casa preparata con semola di grano duro, sale e acqua, condita generalmente con pomodoro fresco e le Ndernappe, sempre pasta fatta in casa ma preparata con farina bianca, crusca, acqua e sale, condita con sugo di ventricina leggermente piccante. Degne di nota sono anche le Pallotte casce e ove, si tratta di polpette di formaggio, uova e pane raffermo, fritte e poi ripassate in un sugo di pomodoro. Ampia scelta per i dolci, Lu Purcellate (Il Porcellato) in primis, è stato introdotto nel 1935 in occasione della festività di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. In quella circostanza c’era la tendenza ad ammazzare i maiali, da cui nacque il termine “Porcellato”. Da allora il dolce cominciò ad essere venduto alla comunità, in onore di San Marcellino, patrono di Monteodorisio, e della Madonna delle Grazie. Non sono da meno le Scrippelle, fatte con farina, lievito ed acqua fritto in olio di semi e ricoperte da zucchero semolato. Assolutamente da provare sono i Celli ripieni, modellati a forma di ferro di cavallo e prodotti in due varianti: la prima con uova e la seconda con vino bianco ed i Calzonetti (Caggìnette), solitamente farciti con crema di ceci, con mandorle e miele oppure con mostarda d’uva.