CASTELVECCHIO SUBEQUO
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COSA VEDERE E FARE A CASTELVECCHIO SUBEQUO
Castelvecchio Subequo è un piccolo comune nella provincia dell’Aquila. Uno splendido borgo medievale che sorge sulla sommità di una collina. Un piccolo gioiello di arte e cultura incastonato tra le montagne, al centro della valle Subequana, e che appartiene alla comunità montana Sirentina. Le numerose testimonianze archeologiche, come pavimenti decorati con mosaici, un tempio dedicato a Ercole, anfore e gioielli, confermano le origini romane e paleocristiane di Castelvecchio. Cambiò nome numerose volte nel corso dei secoli, fino ad assumere il suo nome attuale e definitivo nel 1484.
Il centro storico di Castelvecchio Subequo conserva ancora la struttura insediativa originaria con i suoi antichi palazzi appartenuti a importanti famiglie locali tra le quali i baroni Pietropaoli, Angeloni-Acconcia, Tesone, Ginnetti-Lucchini, Tomassetti-Valeri. Tra i monumenti più importanti troviamo il convento e la chiesa di S. Francesco d’Assisi, consacrati il 29 agosto del 1288. Meta di pellegrini, all’interno dei locali dell’edificio è ospitato il Museo di Arte Sacra che raccoglie preziosi oggetti donati dai conti di Celano, come croci, reliquari e crocefissi. Ancora oggi è una meta frequentata da numerosi pellegrini, soprattutto in occasione del 28 agosto, giorno della Perdonanza Celestiniana, in memoria del passaggio (1298) e del miracolo che fece Piero del Morrone diretto a L’Aquila per diventare papa Celestino V. La chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, divenuta parrocchia nel 1500, ha origini antiche dato che compare su una bolla papale datata 1183. Sulla sua sinistra sorge il Palazzo Castellato e, su uno dei paramenti della chiesa, è inserita la Porta medievale che accoglieva la cancellata a ghigliottina di chiusura del varco del castello. Tra i numerosi reperti archeologici presenti sul territorio di Castelvecchio la catacomba di Svperaeqvvm è uno tra i più importanti. Si tratta di una galleria scavata nella roccia, lunga circa 40 metri e ripartita in due bracci. Al suo interno sono presenti sepolcri di diverse dimensioni ma sempre destinati a persone di ampia corporatura, iscrizioni, lucernette e un monogramma di Costantino.
Le origini pastorali e contadine caratterizzano la cucina tradizionale di Castelvecchio. Tra i piatti tipicimaggiormente diffuse troviamo la “miscischie”, carne di pecora o di capra disossata, condita con sale, pepe, aglio, finocchio e peperoncino, arrotolata e fatta essiccare. Sempre legato alla tradizione pastorale il marro, è un piatto molto elaborato a base di interiora di agnello. In occasione di feste, matrimoni o durante le festività natalizie e pasquali si preparano “ferratelle”, “caucinetti” – con ripieno di ceci e cacao -, dolci con mosto cotto, vari tipi di ciambelle e pizze. Si producono, inoltre, vino e miele, pane tipico legato ai rituali, e ciambelle. Molto diffusa nel territorio è la raccolta dei tartufi.
L’estrema religiosità di Castelvecchio Subequo caratterizza il calendario degli eventi e delle manifestazioni del Borgo. Le più importanti sono legate allo storico passaggio di San Francesco d’Assisi sul territorio: il 16 e 17 settembre si commemorano le Stimmate e il 3 e 4 ottobre il transito. Il reliquiario in argento che conserva le Sacre Stimmate è portato in processione nei giorni di festa. S. Antonio Abate, il 16 e 17 gennaio, viene festeggiato dai cantori che girano per le case del paese e in cambio delle loro esibizioni artistiche ricevono salsicce e altri cibi stagionali che saranno consumati nella festa conclusiva. Il 4 e 5 febbraio si celebra la festa in onore di S. Agata, martire siciliana, protettrice delle puerpere. A seguire si svolge la fiera e la distribuzione dei pani benedetti, un rituale che si ripete anche il 20 agosto in occasione della trebbiatura. Il 16 agosto si organizza la festa religiosa per San Rocco, seguita dai fuochi pirotecnici. Il giorno successivo si festeggia S. Agapito, nella chiesa campestre di Silvapune. Un importante evento che si svolge sempre nel mese di agosto è Arti e Mestieri a Palazzo, momento in cui si mettono in mostra i vecchi mestieri artigiani del borgo.