ABBATEGGIO

COSA VEDERE E FARE AD ABBATEGGIO
Abbateggio è un piccolo comune abruzzese nella provincia di Pescara. Uno splendido borgo posto in prossimità di importanti valichi appenninici, ai bordi settentrionali del Parco Nazionale della Maiella. Nei dintorni del borgo si trova la Macchia di Abbateggio, uno dei boschi più intatti che ammantano le pendici di questa montagna. A 960 m sul versante nord-occidentale della Maiella s’incontra la sorgente La Morgia con i suoi fenomeni carsici, che si manifestano con infiltrazioni concentrate di acqua e con successive riemergenze a quota più bassa. Il piccolo abitato di Abbateggio è costituito da un nucleo antico di casette in candida pietra locale, aggrappate a uno sperone roccioso che domina la stretta valle del Fosso Fonte Vecchia, e da una parte più recente, risalente ai primi anni del Novecento. Il nucleo più alto, invece, è costituito di case rurali in pietra con le caratteristiche dipendenze (stalle, fienili, depositi), in parte ancora utilizzate dagli agricoltori locali, inframmezzate da orti e piccoli campi, e da alcune eleganti abitazioni signorili a due o tre piani.
Meta ideale per chi è alla ricerca di una vacanza in pieno relax a contatto con la natura. Visitare Abbateggio è come ripercorrere un viaggio nel passato. Nel centro storico, corrispondente al sito in cui sorgeva il castello di Abbateggio ricordato negli antichi manoscritti, è da visitare la chiesa di San Lorenzo Martire, a pianta rettangolare e a una sola navata, con facciata rinascimentale e portale in stile quattrocentesco. Al campanile quadrangolare si accede con una pregevole gradinata a chiocciola, piccolo capolavoro in pietra locale. Il suo interno è in stile barocco, con semicolonne rettangolari con capitelli, rosoni e stucchi. Forse le decorazioni sono opera dello stuccatore ticinese Pietro Francesco Canturi. Di discreta fattura sono la statua lignea del Patrono e l’acquasantiera secentesca in pietra scolpita. Su un colle roccioso di fronte al borgo, con vista sul Gran Sasso, si trova il santuario della Madonna dell’Elcina. La chiesa è eretta sul luogo in cui si tramandano alcune apparizioni mariane tra XV e XVI secolo, oggi si presenta nella sua ricostruzione del 1927, ma è di antica fondazione. Dentro un’edicola è collocata la statua della Madonna dell’Elcina in terracotta tinteggiata, databile ai primi decenni del XVI secolo. Sotto l’altare è posto un tronco di elce (leccio) considerato un resto dell’albero sul quale apparve la Vergine, mentre presso l’altare, sul lato sinistro, un olio su tela rappresenta la Madonna in tunica rossa e manto azzurro, seduta su un albero, che tiene fra le braccia il Bambino.
La chiesa della Madonna del Carmine, recentemente ristrutturata, è di piccola fattura, in pietra locale, a pianta rettangolare a una sola navata, con volta a botte e calotta dell’abside a semicupola. Se ne ignora l’anno di costruzione, ma è certo che nel 1743 esisteva già.
A 5 km dal borgo si trova il sito archeologico di Valle Giumentina, una delle principali testimonianze del Paleolitico inferiore e medio in Abruzzo. Altri siti archeologici sono emersi in contrada Sant’Agata e al bivio Col di Gotte. Nel primo è stato riportato alla luce l’altare votivo di una piccola chiesa altomedievale, al quale le donne devote a Sant’Agata si recavano per propiziarsi la fecondità e l’abbondanza di latte. Gli scavi condotti nel secondo sito hanno rivelato la presenza di un ampio complesso ascrivibile al periodo italico (II-I secolo a.C.) e restituito frammenti di statue di grande importanza. Tra questi, la parte inferiore di un busto, con attacco delle gambe e, fra le gambe, una testina di figura di minore rango; la parte di mano con sei dita è il particolare che consente di riconoscere nella figura principale il dio Ercole. La presenza del dio va messa in relazione a una fonte sacra, e proprio a lui era forse dedicato il santuario che sta riemergendo dalle nebbie della storia.
La storia di Abbateggio è quindi anche una storia di sapori intensi e genuini. La cucina che propone è essenzialmente di tipo contadino, con i prodotti legati alla terra molto semplici e genuini. Tra le specialità segnaliamo il farro, oggetto di attenzione da parte di piccoli produttori locali e della Pro Loco, che cercano di favorire la reintroduzione di questo cereale nell’alimentazione moderna. Il farro è un antico alimento, coltivato in area mediterranea sin dagli Egizi, la cui ricchezza consiste nella scarsità di grassi e nell’abbondanza di amidi.